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Verticalismi | intervista a Mirko Oliveri

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Ho conosciuto Mirko Oliveri a Lamezia Terme, durante il comics (trovate un resoconto pieno di amore e felicità qui), abbiamo riso e scherzato, trascorso uno spassoso weekend tra fumetti e persone bellissime, abbiamo parlato di editoria, di passioni, di cose oscene che urtano la sensibilità elisabettiana di Ciro, di Priski e di Verticalismi.

verticalismi

No, non è un blog, è una macchina che sforna ottimi lavori – tipo la fabbrica dei mostri, ma di mostri davvero belli – e offre a fumettisti/autori famosi e non una vetrina di tutto rispetto in quel mega centro commerciale a più piani che è l’internet. Si è fatto largo tra i tanti siti dedicati al fumetto per più ragioni: la prima è il fatto che il fumetto si legge tutto in verticale, quindi niente stacchi tra una pagina l’altra, basta solo scorrere verso il basso e il fumetto appare “verticale” (questo perché il fumetto è caricato in una stessa pagina web e così facendo si annullano i tempi di caricamento delle immagini: mai più senza, soprattutto se leggete su tablet o sul cellulare), la seconda è il fatto che si propone di dare visibilità ai lavori di artisti che, senza questo sito, rimarrebbero invisibili tra le migliaia di proposte che il web ci offre. Non solo pubblicando i loro verticalismi, ma anche attraverso contest e concorsi a premi (oh, fumetti gratis!). La terza ragione è la consapevolezza dell’operazione che compie: quella di promuovere in modo del tutto nuovo un’arte, il fumetto, sempre più in ascesa nella scala di gradimento tra le forme d’espressione del nuovo secolo, un’arte non più relegata in ultima fila, tra i reietti della classe, ma in anticipo su tutti nell’intercettare le esigenze della gente, i bisogni e le tematiche che più interessano ai nativi digitali e ai nuovi lettori. Mirko scrive anche sul suo blog, ed è interessante leggerlo perché dalle sue riflessioni si capisce la portata innovativa del suo lavoro, la grande passione che lo spinge e la competenza con la quale porta avanti un progetto tutto nuovo in uno dei paesi che leggono meno in Europa. Forse un sito come Verticalismi potrebbe essere un ottimo campo di studio per tutti coloro che paventano la crisi dell’editoria. Le novità partono sempre dal sud, ricordatelo.

Da questo sito escono le voci più promettenti del fumetto italiano, trovano uno spazio incontaminato e libero da polemiche quelle ormai affermate (come non citare Roberto Recchioni?), e trovano ottime letture quelli che come me non sanno disegnare.

Se sapete disegnare vi iscrivete, caricate il vostro fumetto, Mirko lo legge e se è buono lo mette online. L’unico limite, insomma, è quello della qualità, ma per il resto massima libertà: non c’è censura, non c’è bigottismo o politicamente corretto, ci sono storie buone che vale la pena di mostrare a più gente possibile. E se il vostro verticalismo diventa troppo lungo, ne verrà fatta una serie: come Sacro/Profano, come VIOLEnT HILL, come Agenzia Incantesimi.

Ho fatto a Mirko qualche domanda, per farvelo conoscere meglio, che sarebbe un peccato non sapere chi è, cosa fa di bello, come lavora. A voi l’intervista.

Quando ti è venuta l’idea di Verticalismi?
Correva l’anno 2009, il mio amico Roberto Palaia titolare della Fumetteria Fumettopoli aveva tenuto un evento dedicato al mondo del fumetto a Piazza Duomo con la partecipazione di Lelio Bonaccorso, Luca Enoch e Tito Faraci, per l’epoca nel profondo sud Italia non esisteva niente di simile. Roberto mi chiese di occuparmi del contest della seconda edizione della stessa manifestazione per l’anno successivo. Valutai che ricevere e depositare le tavole originali o anche semplici riproduzioni cartacee era troppo oneroso, e partorii l’idea di spostare il “campo di battaglia” sul web. La seconda edizione di Fumettò si scontrò con la pubblica amministrazione e non venne mai in essere. Il contest che mi era stato affidato invece divenne Verticalismi.

Quando noi abbiamo creato Priski ci abbiamo messo un po’ per mettere in atto il progetto: vuol dire grafiche, programmazione, scelta delle testatine, del logo, delle categorie eccetera. Come sei riuscito a fare tutto, con Verticalismi? Anche perché, mi pare di aver capito che il tuo non è un sito semplice da gestire…
Sotto il profilo grafico, pratico e funzionale il merito è tutto di Enrico Deleo aka Lysergic Studio. Quando mi ha proposto il logo mi sono commosso, è l’incarnazione della nostra filosofia. Oggi il sito è costretto ad affrontare prestazioni pazzesche, sia per l’enorme mole di contenuti che per i numerosi accessi. Se Verticalismi è il mondo di Oz, Enrico è il Mago.
Riguardo alla programmazione editoriale il mio braccio destro è Giuseppe Ciancia. Legge tutti i fumetti che riceviamo, se possibile li edita, infine li pubblica con un criterio composto dal computo del tempo di lettura e dalla attinenza del fumetto a un tema attuale.

Sei tu a selezionare tutte le storie verticali che vengono pubblicate: quali sono i metri di valutazione che usi?
Principalmente me ne occupo io, coadiuvato da Giuseppe Ciancia. I criteri sono molteplici, ma volendo sintetizzare, il nostro principale scopo è dimostrare che il fumetto è un linguaggio che si può utilizzare in maniera sublime e che esistono tantissimi talenti invisibili. Di conseguenza un fumetto per essere pubblicato su Verticalismi deve essere un’opera che nel suo piccolo faccia bene al Fumetto. Abbiamo un occhio di riguardo anche per le capacità di crescita: molti artisti che ho incontrato, con piccoli consigli ben assestati, hanno messo le ali.

Le partnership sono fondamentali, in un progetto come Verticalismi. Quali sono le realtà con le quali vi trovate più in sintonia, sia per interessi sia per il bel rapporto che si è creato?
Verticalismi è mosso dal pensiero che il fumetto debba essere ancora sdoganato, per questo cerco di intrecciare il più possibile il linguaggio sequenziale con altri media e realtà. Abbiamo collaborato con molti musicisti: Molella, Brunori Sas, Markantonio e molti altri. Tra le realtà editoriali quella che mi ha permesso più di chiunque altro di sfondare il muro di pixel del mio computer per arrivare materialmente nel cuore del fumetto italiano è stata Bao Publishing, non ringrazierò mai abbastanza Caterina Marietti e Michele Foschini per quello che stanno facendo.

Parliamo di storie verticali: ce n’è una alla quale sei legato maggiormente? E per quanto riguarda i contributor, c’è qualcuno che fa parte dei “fantastic four” oppure, come direbbe il padre perfetto, ami tutti allo stesso modo?
Ho delle preferenze. In assoluto il fumetto che più mi emoziona per ragioni personali è Mostruosamente in Ritardo di Sara Pichelli e David Messina, loro due sono il top del fumetto mondiale, racconta di una battaglia tra Godzilla e Fing Fang Foom al quale metto personalmente fine. Tutti i nerd del mondo sognano un fumetto così. Con molti artisti è nato un rapporto di amicizia forte che va oltre il fumetto, in particolare Francesco Elisei e Paul Izzo sono diventati compagni di avventura. Apprezzo l’operato di tutti coloro hanno ottenuto la pubblicazione su Verticalismi, perché superare la selezione significa essere riusciti a fare buon fumetto. Ci sono dei verticalisti che secondo me tra dieci anni saranno le stelle del fumetto italiano: Mirka Andolfo, Michele Monteleone, Cammello e Giulio Rincione. Ma sono sicuro che saranno anche molti altri i verticalisti a diventare il top.

rincione

Ci siamo conosciuti a Lamezia e ne abbiamo parlato abbastanza anche lì: cosa ne pensi delle fiere di fumetto, come credi che si evolveranno nei prossimi anni e quanto pensi che il modello-Lucca sia condizionante per le altre fiere?
Lucca è il top, un doveroso modello da seguire, al di là dei fumetti, Lucca Comics & Games è un enorme segnale sociale, una delle pochissime eccellenze italiane nel mondo. In questi anni il fumetto sta raccogliendo consensi, è diventato un linguaggio nobile, il cinema ci propone adattamenti come in passato aveva sempre fatto con la letteratura. Il mondo letterario sta diventando sequenziale. Questo si riverbera sull’impressione che i lettori hanno dei fumetti, che da noia infinita sono diventati fulcro dell’entertainment, provocando la migrazione di capitali al mercato del fumetto mondiale. Non solo le altre fiere, ma tutti gli operatori italiani del settore delle convention devono imparare dal modello toscano. E molte altre fiere lo stanno già facendo.

Verticalismi è anche fuori dall’internet: l’ho visto mentre ti aggiravi tra i tavoli e mentre chiacchieravi con i disegnatori, a Lamezia. In fondo, anche se per gran parte del nostro tempo ce ne stiamo dietro uno schermo, non possiamo fare a meno di incontrarci e scambiarci idee. Quanto ti ha dato, umanamente, Verticalismi?
Moltissimo, non sarei quello che sono senza Verticalismi. Mi sento voluto molto bene, da parte di professionisti che pochi anni fa erano idoli di carta. Cerco di imparare il più possibile da chiunque incontro. La cosa migliore è che sto trovando molti amici.

Pensi che potrebbe sfociare in un progetto non solo virtuale?
Se intendi l’editoria tradizionale la risposta è no. Ho l’intenzione di rendere Verticalismi una realtà tangibile, convogliando i fumetti in luoghi reali, fisici, come discoteche, asili e ovviamente fiere. Per questa stagione Contatto Radio – Popolare Network, nel programma Meltin’ Pop, ospita Verticalismi ogni settimana, per una rubrica dedicata al fumetto, il suo nome è TNT, chi legge Verticalismi sa già che sarà esplosivo.

E se facessi l’editore per mestiere, che pubblicheresti?
In Italia pubblicherei Graphic Novel. Negli Usa mi piacerebbe produrre serie a episodi.

Parliamo ora dei tuoi, personalissimi gusti fumettistici: cosa leggi?
Tutto, ho letto fumetti da tutto il mondo, di tutti i generi, con un criterio che poi ho applicato anche a Verticalismi: non importa lo stile, il genere o la nazionalità, distinguo solo buon fumetto e cattivo fumetto. Sono un integralista di Alan Moore, è un genio, ha spinto il processo di sviluppo di questo giovanissimo linguaggio, portandolo a livelli magici in pochi anni. Se oggi un fumetto può raccontare veramente di tutto, è merito suo.

E dove compri i fumetti? Fumetteria, internet?
Li compro in fumetteria, da Fumettopoli per l’esattezza. Al contrario di quanto possa sembrare sono un po’ distratto con le nuove uscite, ho bisogno di qualcuno che pensi ai miei fumetti.

Noi ci occupiamo soprattutto di musica, e ho visto che avete avuto un’idea che ritengo ottima: le recensioni a fumetti- Tra gli altri, l’amico Nicolò Carnesi e Godblesscomputers, che abbiamo intervistato recentemente. Ma a te, che musica piace?
Popper è una idea è di Andrea Mannino, un artista lametino che ha creato un collettivo di giovanissimi fumettisti che realizzano recensioni a fumetti di dischi, libri e film usciti nei due mesi precedenti. Questi fumetti vengono stampati come poster e regalati alle più importanti manifestazioni indie italiane. Riguardo ai miei gusti adoro la musica house, c’è un enorme pregiudizio culturale nei confronti di questo genere. Quando è fatta bene parla direttamente all’anima ed esplora gli universi. Il suo ritmo progressivo mi aiuta a sviluppare le idee.

Concludiamo con una domanda generata nientemeno che dalla mente perversa del nostro Ciro: il tuo sorriso è ispirato al Jocker o è tutto merito del Daygum protex?
È tutto merito dell’apparecchio odontoiatrico che portavo alle medie. L’emarginazione sociale da metallo mi spingeva sempre di più nei miei amati fumetti. Poi si cresce, l’apparecchio sparisce e i fumetti rimangono. Mi sono ritrovato a vent’anni nerd e sorridente.

E come conclusione, vi metto il verticalismo di Ciro!

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